domenica 18 ottobre 2009

l'inverno

E' da un pò di tempo che non scrivo...
Questo mi da l'impressione che io non scivoli sulle ali del tempo e che così facendo, tutto rimanga immutato....
Ma le cose cambiano, sempre.
E così, oggi sono cinque mesi che mio figlio è in comunità.
La sua, è stata una scelta libera, forse, dopo che si è accorto che la sua vita ormai non aveva alcun valore, forse, per il dolore causato a sua madre, ai suoi fratelli...Forse, per le botte che gli ho dato, il giorno prima che entrasse in comunità.
Tutto questo, mi ha obbligato a fermarmi, a fare chiarezza sui miei pensieri...
Ma una domanda su tutte, non trova risposta e non mi da pace. "Di chi è la colpa?"
Attraverso il percorso della comunità, mio figlio sta imparando le regole della vita, quella vita che mi ha sempre contestato...Le lettere che gli scriviamo vengono filtrate ed è seguito da uno psicologo e sempre attraverso lo psicologo, sono stati programmati gli incconri.
Ha potuto riabbracciare sua madre, sua sorella...Ma non me. Di me, non ha chiesto.
ed è su questo fatto che sto lavorando molto, perchè non so se si tratti del mio orgoglio ferito o del dolore devastante che la sua storia mi ha provocato, perchè per ora, sono contento che non mi abbia cercato, perchè non sono tanto sicuro di aver voglia di incotrarlo nuovamente...
Ma si tratta di vergogna? Un accettare una responsabilità che da subito mi sono attribuito? O si tratta di semplice rabbia, verso un ragazzo che ha preferito distruggersi invece di scegliere la via più difficile della gioia?
Non lo so. Ho smesso di combattere e rimango in attesa che anche l'ultimo strascico di una vita normale si sfaldi definitivamente, sino a consacrare definitivamente la mia sconfitta e la sconfitta di una intera generazione.
Noi 45nni, siamo vissuti in maniera molto diversa, non potevamo uscire la notte ed avevamo un religioso rispetto verso i genitori...Abbiamo fatto nostri gli insegnamenti e le regole ma, parlando oggi, con i miei coetanei, mi rendo conto che disconoscono tutto questo e si sono ammazzati per dare ai figli ciò che a loro è mancato...Ragazzi pieni di soldi, fuori la notte, emancipati a tal punto di inorridirci con i loro racconti da sballo...Ecco perchè dico che quello che accade ai nostri ragazzi, è il nostro fallimento...E la nostra falsità....Noi che sbandieramo i nostri insegnamenti con "Ai miei tempi!!" ma in realtà, abbiamo covato lo stesso odio e la stessa ribellione che i nsotri figli oggi dimostrano e li stiamo mandando a morire, come se, al loro posto, vorremmo trovarci noi...Noi uomini, cresciuti vigliaccamente.